domenica 15 novembre 2009

XXXIII domenica "per annum"

«Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria».

Gesú ci annuncia che cosa avverrà alla fine dei tempi: egli tornerà «sulle nubi con grande potenza e gloria». È uno degli articoli del Credo che professiamo: «E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti». È già venuto una prima volta, nell’umiltà e nella debolezza; tornerà una seconda volta «con grande potenza e gloria».

Quando avverrà ciò? «Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, eccetto il Padre». Se nessuno lo sa (neppure il Figlio!), significa che non è importante per noi conoscere il momento; è sufficiente sapere che «egli è vicino, è alle porte».

«Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo».

Il Signore, quando tornerà, che cosa verrà a fare? A radunare «i suoi eletti dai quattro venti». Nel Credo diciamo che verrà a giudicare i vivi e i morti: forse tale espressione può incuterci un po’ di timore; certo un timore salutare, perché fa bene temere il giudizio che ci attende. Ma Gesú qui ci presenta la stessa realtà in modo piú positivo: verrà a radunare i suoi eletti. Se noi siamo fra questi (e lo siamo!), che cosa temere? Dovremmo piuttosto essere animati da grande serenità e fiducia.

«In verità io vi dico: il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

La nostra serenità e fiducia si fondano sulle parole del Signore, piú stabili di qualsiasi altra realtà. Solitamente siamo portati a pensare che non ci sia nulla di piú stabile del cielo e della terra: tutto cambia, tutto passa; ma il cielo e la terra sono sempre lí, immutabili. Eppure Gesú ci assicura che anche il cielo e la terra passeranno. Solo le sue parole non passeranno. E questo perché lui rimane stabile per sempre: «Gesú Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!» (Eb 13:8). Di che preoccuparci? Mentre tutto cambia, tutto passa, c’è qualcosa che rimane fermo, sempre identico a sé stesso: Gesú Cristo e le sue parole. Uniti a lui, siamo già partecipi dell’eternità: in mezzo agli sconvolgimenti del mondo, rimaniamo tranquilli, perché fondati su una roccia che non viene scossa neppure dalla fine di tutte le cose. «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».