mercoledì 15 luglio 2009

Che fare? #2

Ho ricevuto da un fedele lettore, avvocato, una cordialissima lettera, che vorrei condividere con tutti voi:

Reverendo Padre,
ho letto con il consueto interesse il suo ultimo post ... Se mi posso permettere, atteso che non siamo in campo teologico, vorrei fare alcune osservazioni.
Vero è che le tradizionali etichette di destra e sinistra sono da lungo tempo superate, specie a livello mondiale e particolarmente se osservate dall'unico punto di vista corretto, che è quello cristiano-cattolico, l'unico in grado di costruire davvero una società più giusta.
Peraltro, pur non essendo un elettore berlusconiano (men che meno, però, comunista o "democratico" o dipietrista: in effetti fatico molto a trovare un posto dove mettere la x), non posso che condividere quanto, con riferimento specifico alla realtà italiana, osservava recentemente Padre Livio in una recente intervista:

Rosy Bindi ha detto: “Non possiamo lasciare che sia Radio Maria a formare la coscienza dei cristiani”.
«I cattolici del Pd ci sentono lontani, ma sui temi etici sono loro a essere lontani dalla Chiesa. Bindi è per i Dico, la Chiesa è contro. Noi siamo per il cattolicesimo integrale, loro per un cristianesimo diluito. Bindi è un politico, a me interessa l'Aldilà».

Chi è più attento ai valori cristiani, destra o sinistra?

«Il centrodestra perché nelle sue file ci sono più cattolici. A sinistra la loro presenza è poco incisiva».

Io, che me lo posso permettere, sarei ancora più drastico nei confronti della sinistra italiana ed occidentale. Essa, travolta irrimediabilmente l'ideologia marxista e persa per strada ogni velleità di aiutare le classi più deboli (perché non è con l'odio di classe che si fa giustizia sociale ma con la carità e l'amore), è tristemente ridotta a un radicale materialismo anticattolico, al pervicace ateismo, all'anticristianesimo militante. Se c'è da votare sull'aborto la sinistra è sempre a favore di esso, se c'è da votare sul divorzio idem, se c'è da votare sull'uso degli embrioni idem, se c'è da votare sulla pillola del giorno dopo idem, se c'è da rendere impossibile la sopravvivenza delle scuole cattoliche la sinistra è in prima fila, se il Papa deve parlare alla Sapienza la sinistra lo costringe a rinunciare.
Stamani l'onorevole (o ex onorevole) Menconi presentava a Rainews 24 (altra roccaforte di sinistra anticattolica) un libro su quelle che sarebbero le "anime" della attuale sinistra: citava fiero il povero Michael Jackson (pace all'anima sua) e la sua collega Ciccone (il cui nome d'arte preferisco non scrivere visto che lo usa con chiaro intento dissacratore). Queste sarebbero le guide etiche e sociali della sinistra? Purtroppo lo sono! E quel che è peggio (forse), alcuni — a dire il vero sempre meno — esponenti di sinistra si definiscono cattolici, così confondendo il già depresso elettorato. Salvo definirsi "adulti" tutte le volte (più o meno sempre) votano leggi che si oppongono sia alla Volontà di Dio che al Magistero del Papa. Benedetto XVI nella monumentale omelia a chiusura dell'Anno Paolino ha già dato meglio di me la corretta definizione del "cattolico adulto".
Per carità, e lo ripeto, nel centro-destra ci sono tutt'altro che santi. Basti pensare ai continui interventi del Presidente Fini, tutti in linea con il rigetto aprioristico di ogni etica tipico della "cultura" di sinistra (non a caso applaudito da tutta l'opposizione).
Pur tuttavia c'è oggettivamente un maggior rispetto della vita (basti pensare ai limiti all'uso delle cellule staminali embrionali, alla maggior attenzione alle politiche di tutela della maternità, al decreto legge sul caso Englaro bocciato dal Presidente della Repubblica — non a caso di sinistra), dell'uomo in quanto tale e della Chiesa.
Anche dal punto di vista sociale, non posso essere d'accordo col simpatico lettore che ritiene la sinistra più vicina ai "servi della gleba". Si vada a vedere come sono i contratti di lavoro nelle cooperative rosse, o nel partito della Rifondazione comunista. Si vada a vedere quante tasse pagano le cooperative e quante ne pagano i lavoratori autonomi (ovviamente in percentuale sui guadagni e sui versamenti di denaro). I contadini "servi della gleba" spesso sono piccoli lavoratori autonomi. Si è mai chiesto, il lettore, come mai l'amministratore delegato di Unicredit si è onorato di avere per primo votato alle primarie del Pd? Si è mai chiesto come mai tutti (o quasi) i poteri forti (banche, assicurazioni, Fiat, cooperative, grandi gruppi editoriali) hanno sostenuto prima Prodi e poi Veltroni? Forse per aiutare i "servi della gleba"? Si è mai chiesto come mai i contadini che producono incassano sullo stesso prodotto meno di un decimo di quello che incassa poi la grande distribuzione (solitamente "rossa")? Si è mai chiesto perché, prima delle pressioni esercitate dell'ultimo governo italiano, nell' Europa si imponevano le dimensioni agli zucchini, se non per favorire le grandi multinazionali a discapito dei contadini e dei piccoli produttori?
Non mi pare che si possa poi assimilare come fa il lettore l'aborto con la insicurezza sul lavoro. Nel primo caso si tratta di un omicidio volontario autorizzato per legge, scientemente e scientificamente voluto. Nel secondo (ammesso che la sinistra abbia mai tutelato la sicurezza, il che non mi risulta) si tratta della scelta di mezzi più o meno appropriati per prevenire rischi che nessuno obbiettivamente spera si trasformino in incidenti. I dirigenti della Thyssen sono sotto processo, chi abortisce lo fa addirittura a spese dello Stato (è tutto gratuito) e quindi anche a spese del lettore. È probabilmente vero che certe multinazionali tentano di diminuire gli oneri di sicurezza e che la sicurezza va invece in ogni modo aumentata, ma l'uccisione scientifica di bambini innocenti (i dati parlano di miliardi di feti) è sicuramente un'altra cosa.
Pienamente d'accordo con Lei, Padre, sul fatto che ormai più che dei singoli governi occorrerebbe parlare dei poteri forti chiamandoli per nome e cognome. Forse anche le Autorità ecclesiastiche, concordo con lei, potrebbero affrontarli con maggiore intransigenza. Ma pensare che questo lo possa fare la sinistra mi pare un colossale errore. Penso che sui poteri forti torneremo altre volte. Per ora l'ho annoiata già abbastanza. Cordiali saluti.
Alberto.

Caro Avvocato, Lei sfonda una porta aperta. Come cittadino (e cittadino cattolico), Le Sue argomentazioni mi trovano pienamente d'accordo. Non ho mai fatto, nel mio blog, simili riflessioni, semplicemente perché non mi sembra mio compito, come sacerdote, intervenire nell'agone politico italiano. Però, anche in quanto cittadino, mi lasci dire: non facciamoci illusioni. Certo, se si deve scegliere fra due mali, si sceglie il male minore (per tutti i motivi che Lei ha esaurientemente elencato), ma ciò non deve esimerci dal guardare in faccia la realtà cosí come essa è. È vero che la sinistra, dopo il crollo dell'ideologia marxista, è ormai ridotta a un partito radicale di massa (a poco a poco si direbbe che stia perdendo anche questa caratteristica "di massa"); ma la destra non mi pare che navighi in acque migliori. Qual è la destra che abbiamo di fronte? Una destra totalmente secolarizzata e secolarizzante. Lei fa riferimento al Presidente della Camera: non so come un uomo del genere possa continuare a definirsi "di destra" (qualcuno ha argutamente notato: finalmente la sinistra ha trovato il suo leader!); se è di destra, non lo è certo in senso tradizionale; si tratta di una nuova destra, una destra "secolarizzata", appunto. Ma questa destra è anche "secolarizzante": certo, non si può ascrivere a Berlusconi il fenomeno della secolarizzazione in Italia; ma non si può neppure dire che, con le sue TV, lo abbia contrastato...

Va riconosciuto obiettivamente che le politiche della destra, almeno nelle intenzioni, sono piú in sintonia con la visione cattolica della realtà. Ma anche in questo caso, vanno fatte almeno due precisazioni. Innanzi tutto, nessuno nella destra si è finora mai sognato, non dico di mettere in discussione, ma perlomeno di rivedere le leggi vigenti in materia di divorzio e aborto. In secondo luogo, non possiamo ridurre la morale cattolica esclusivamente alla difesa della vita nascente (pur essendo questo un punto qualificante oggi per l'impegno politico dei cattolici). Concordo con Lei che non si possono mettere sullo stesso piano l'aborto e gli incidenti sul lavoro. Ma non si può difendere la vita e poi, come sembra stia facendo la Chiesa cattolica americana, ignorare o addirittura sostenere certe politiche criminali delle amministrazioni vecchie e nuove di quel paese. In campo internazionale l'atteggiamento dell'attuale destra italiana (sottolineo "attuale", perché non era cosí in passato) è completamente appiattito sulle posizioni israelo-americane. Perché mai un cattolico — non dico un cattolico di sinistra ma anche un cattolico di destra — dovrebbe farsi sostenitore di certe politiche?

Per questo il mio discorso di ieri non voleva in alcun modo prendere posizione da una parte o dall'altra, a destra o a sinistra; ma voleva andare oltre queste distinzioni, ormai logore, per cercare un terreno comune, dove tutti gli "uomini di buona volontà", reduci della destra e della sinistra, possano ritrovarsi e incominciare a ricostruire la società dalle sue fondamenta. Ho l'impressione che ci siano molti delusi, tanto a destra quanto a sinistra; ieri parlavo di disorientamento: molti non si riconoscono piú in quella che consideravano la loro area di riferimento. È vero che, con la politica, è cambiata anche la società: in parte questi partiti, questi uomini politici, sono il riflesso di una società ormai completamente secolarizzata. Ma è anche vero che c'è in giro tanta sete di giustizia, di rigore, di pulizia. Con queste persone, forse, si potrebbe cominciare l'opera di "ricostruzione", che prima di essere politica, deve essere una ricostruzione culturale e morale. E in tale opera di ricostruzione credo che la Chiesa abbia un enorme contributo da dare.